IL VANGELO STRABICO
Sabato Santo – C
(Genesi 1,1-2,2; Genesi 22,1-18; Esodo 14,14-15;
Isaia 54,5-14; Isaia 55,1-11; Baruc 3,9-15.32-4,4; Ezechiele 36,16-28; Romani 6,3-11; Luca 24, 1-12)
A cura di Benito Giorgetta
Il silenzio della tomba abitata dalla vita
Ascoltiamo il Vangelo:
“Il primo giorno della settimana, al mattino presto [ le donne ] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano a esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto”.
Il sabato santo è il giorno del silenzio, del raccoglimento, della preghiera. Si fa silenzio per creare l’ambiente interiore più adatto per farsi permeare ed abitare non dalla morte di Cristo ma dai germi di vita che lui è venuto a portare con la sua morte in croce. Silenzio abitato dalla vita che sta per esplodere dopo che il seme caduto in terra, morto, produce vita. Una vita che si rinnova, una vita che apre alla speranza, una vita. La tomba diventa gravida di vita, il silenzio viene infranto dal gorgoglio della vita che rinasce, che si ripropone non come sconfitta, ma trionfante. E’ la morte che muore nella tomba di Cristo.
La liturgia del sabato santo è caratterizzata dalla lunga e suggestiva veglia pasquale ricca di simbologia battesimale e proposta di rinascita. Il preconio pasquale dona di rivivere la ricchezza di una storia che da cupa diventa radiosa. La via del peccato che ha tracciato l’uomo viene sostituita e redenta dalla morte di Cristo che apre nuovi orizzonti e fa conoscere nuove intensità. La colpa di Adamo è espiata dal Cristo. La morte che del peccato è stata la prima conseguenza nefasta viene addomesticata dalla forza dell’amore di Dio che si fa vittima, che si propone in alternativa dell’uomo disobbediente e ribelle.
Come l’antico popolo fu guidato nel deserto dalla mano di Dio per essere traghettato nella terra del latte e del miele, così, ogni esistenza umana, soprattutto, le più provate, sono sostenute da Dio, affiancate dalle sue premure per trovare una soluzione e per far sperimentare la consolazione di un Dio che si sporca le mani per aiutare sostenere, salvare il suo popolo. Un Dio che serve e non si fa servire, un Dio che si fa ultimo per non lasciare dietro a se nessuno, un Dio che muore perché tutti possano risorgere a vita nuova.
La tomba vuota che ospita Gesù, messa a disposizione da un amico, rimarrà per sempre vuota perché chi vi è stato posto non dimorerà a lungo lì, ma solo il tempo che lui stesso aveva predetto, tre giorni per poi risorgere, rinascere a vita nuova. Tutti coloro che con lui scendono in quella tomba, lì hanno una collocazione provvisoria, anche coloro che in una tomba vi sono stati posti secoli fa. Ascoltiamo il silenzio musicale del sabato santo per esplodere nella gioia della domenica di risurrezione.