IL VANGELO STRABICO
A cura di Benito Giorgetta (Apocalisse 7,2-4.9-14; 1 Giovanni 3,1-3; Matteo 5,
Il paradiso è pieno non di uomini perfetti ma di peccatori perdonati
“In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro
dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli
che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in
eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno
saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di
cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati
figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei
cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché
grande è la vostra ricompensa nei cieli»”.
«Credo la Chiesa una, santa, cattolica…». Questa affermazione è patrimonio della
fede della chiesa ed è una vocazione alla quale siamo tutti chiamati attraverso il Battesimo
che ci ha resi santi. Si potrebbe affermare che la vita del cristiano consiste nel “custodire”
questa santità depositata nel cuore di ogni figlio di Dio. Si nasce santi alla vita della
chiesa attraverso il battesimo, dunque, la santità consiste nel non disperdere,
depauperare questo tesoro, questo dono, questa condizione. La santità non è una
condizione o un’aspirazione elitaria ma normale, comune, semplice, ordinaria condizione
del battezzato. E’ la tensione che deve esserci nel cuore di ogni uomo che ha conosciuto
e sperimentato la paternità di Dio. Dobbiamo essere il sale che conserva ciò che si è
ricevuto in dono, la fiamma difesa dal soffio che la uccide perché possa illuminare.
Molti cristiani, oggi, sono spiritualmente infartuati, eclissati. E’ tempo di curarsi
dall’infarto spirituale! La grazia che ti cambia dentro c’è per tutti nel ravvedimento, nel
riconoscersi peccatori. “Ma la Chiesa è formata da peccatori, lo vediamo ogni giorno. E
questo è vero: siamo una Chiesa di peccatori; e noi peccatori siamo chiamati a lasciarci
trasformare, rinnovare, santificare da Dio. C’è stata nella storia la tentazione di alcuni che
affermavano: la Chiesa è solo la Chiesa dei puri, di quelli che sono totalmente coerenti, e
gli altri vanno allontanati. Questo non è vero! Questa è un’eresia! La Chiesa, che è santa,
non rifiuta i peccatori; non rifiuta tutti noi; non rifiuta perché chiama tutti, li accoglie, è
aperta anche ai più lontani, chiama tutti a lasciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla
tenerezza e dal perdono del Padre, che offre a tutti la possibilità di incontrarlo, di
camminare verso la santità. “Mah! Padre, io sono un peccatore, ho grandi peccati, come
posso sentirmi parte della Chiesa?”. Caro fratello, cara sorella, è proprio questo che
desidera il Signore; che tu gli dica: “Signore sono qui, con i miei peccati”. Qualcuno di voi
è qui senza i propri peccati? Qualcuno di voi? Nessuno, nessuno di noi. Tutti portiamo con
noi i nostri peccati. Ma il Signore vuole sentire che gli diciamo: “Perdonami, aiutami a
camminare, trasforma il mio cuore!”. E il Signore può trasformare il cuore. Nella Chiesa, il
Dio che incontriamo non è un giudice spietato, ma è come il Padre della parabola
evangelica (Papa Francesco).
In questo consiste la santità, non nell’essere perfetti ma nel ricercare ed accogliere
il perdono di Dio. Il paradiso è pieno non di persone perfette ma di peccatori perdonati.
Allora c’è posto per tutti.