26 gennaio 2025
Non posso esimermi dal dover dire qualche parola al termine di questa celebrazione così ricca, intensa e unica. E’ doveroso per me ma è anche una necessità per sciogliere il cuore nel canto di lode e di ringraziamento. Difatti le mie parole vogliono ispirarsi alla GRATITUDINE. Un sentimento questo che corre il rischio di rarefarsi se non addirittura scomparire. Essa fa parte del linguaggio antropologico e ci insegna l’alfabeto relazionale per eccellenza. Abbiamo appena terminato di celebrare la santa Eucaristia che è il modo apicale con cui noi possiamo ringraziare Dio. A lui va tutta la nostra gratitudine per ogni attimo del nostro esistere, per ogni respiro, per ogni sentimento che condividiamo, per i progetti che custodiamo, per la salute che sperimentiamo. Noi oggi gli siamo riconoscenti per questo momento che definire storico non è eccessivo.
La nostra gratitudine va poi al pastore Gianfranco che oggi si conceda da questa comunità. I motivi sono tanti, intensi e variegati. Mi soffermo per brevità solo a quelli timoteani. Grazie perché nel 2015, privandosi di una presenza secolare nella cappella dell’episcopio cittadino, ci ha donato in custodia l’insigne reliquia di san Timoteo costituita dal suo capo che abbiamo accolto, custodito e che ci ha sollecitati ad una maggiore devozione e attenzione alla sua missione e al suo apostolato. Grazie perché ha permesso di relazionarci col mondo dei fratelli ortodossi della Siberia andando assieme a Kemerovo a visitare quella chiesa cristiana, a tessere dei buoni fraterni rapporti che poi sono stati suggellati con la loro visita alla nostra chiesa locale partecipando alla festa di san Timoteo. Grazie, infine, per quanto accaduto oggi. Grazie eccellenza per aver accolto la mia richiesta, espressa già tanti anni fa e poi accantonata. L’ho riesumata durante una delle tre visite che lei mi ha fatto durante la degenza ospedaliera. Così ciò che non è stato possibile nei diversi anni si è compiuto in brevi attimi. Potenza dell’amore di Dio.
Tra qualche giorno le nostre strade non saranno più le stesse, ci allontaneremo perché conclude il suo ministero apostolico in nostro favore. Ma sappiamo che la geografia di Dio non conosce distanze, confini, ostacoli quindi continueremo a custodirci nel cuore attraverso la ricchezza della preghiera.
Gratitudine per questo tempio che da oggi è diventato Santuario. Non cambia il volto giuridico, ma solo quello pastorale. La parrocchia fa riferimento ad un territorio particolare, il santuario allarga i suoi confini e diventa una porta aperta per tutti coloro che vogliano trovarvi rifugio, ristoro, conforto, consolazione. Questo ci impegna come comunità a convertirci o confermarci nell’arte dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’inclusione, della valorizzazione di ogni singola persona. Non dimentichiamoci che anche ognuno di noi è un santuario e custodiamo Dio stesso. La caratteristica dei santuari è quella dei pellegrinaggi che si fanno verso di essi. Ora se tutti siamo santuari impariamo a pellegrinare presso gli altri soprattutto i deboli, i fragili, gli emarginati, gli esclusi, i delusi, gli sfiduciati. Quando si va in un santuario si ricevono tanti doni: conforto, sollievo, consolazione. Impariamo ad andare presso gli altri senza giudicarli, condannarli quanto piuttosto imparando ad essere capaci di individuare il bello, il buono che c’è in ognuno, perché depositato da Dio, e impegniamoci a valorizzare le qualità di ognuno. Dobbiamo essere promotori degli altri e non esecutori di condanne pretestuose e aprioristiche. Se faremo questo conosceremo altre lettere di quell’alfabeto umano tanto necessario quanto urgente. Paolo maestro e padre nella fede di San Timoteo raccomandava: “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale” (Ebrei 13,1-3).
Domani ricorderemo l’orrore della deportazione degli ebrei, giorni fa abbiamo visto una deportazione in catene di persone che venivano espulse dall’America. L’unica deportazione possibile è quella che porta dentro al proprio cuore le ferite e le necessità altrui. Nessuno dice papa Francesco ha il diritto di guardare gli altri dall’alto in basso
Solo se lo fai perché tendi la mano per sollevarlo dalle sue necessità dalle sue cadute e rimetterlo in piedi.
Gratitudine va espressa a don Sergio per essere in mezzo a noi. Benvenuto. Sentiti a casa tua tra amici e fratelli, tra compagni di viaggio alla scoperta dell’amore di Dio. Non sei il mio vicario parrocchiale ma insieme siamo al servizio di questa porzione di del popolo di Dio. Dobbiamo renderci sempre più degni di servire le anime a noi affidate in custodia, perché servire è un onore e un privilegio attraverso il quale il Signore ci educa. Avrai tutta la mia personale, fraterna e umana comprensione, collaborazione e disponibilità ad imparare e attingere dalle tue risorse personali. Impegniamoci a volerci bene. Non ti faremo pagare il pedaggio o non ti esamineremo prima e poi ti apriremo il credito. Ti promettiamo che ti ameremo ed apprezzeremo senza assaggiarti prima. A scatolo chiusa come si dice.
La gratitudine va ora espressa in favore di don Antonio. Per quasi tre mesi mi hai sostituito in un momento critico per me. Sei stato bravo per la tua competenza, la tua capacità pastorale, il tuo intuito relazionale, la tua semplicità di approccio. Tutti mi dicevano è bravo. Io lo sapevo, loro ti hanno scoperto. Grazie per la tua amicizia e il servizio donato a questa comunità. Quando vorrai venirci a trovare sarai sempre il benvenuto desiderato ed atteso.
Permettetemi di esprimere vera e filiale gratitudine al Santo Padre Papa Francesco. Anche questa volta seppur con modalità diversa si è reso presente personalmente in una circostanza particolare. Ancora una volta ci dimostra la sua affezione a san Timoteo e alla città di Termoli.
Infine la gratitudine va espressa a tutte le autorità presenti in modo particolare a coloro che governano la vita di questa città. Grazie all’Amministrazione comunale qui rappresentata dal sindaco, dal presidente del Consiglio comunale e dagli assessori. Grazie per le vostre mai negate collaborazioni, auspichiamo di fare sempre meglio nel segno della distinzione dei ruoli ma nella complementarità degli scopi soprattutto quelli che riguardano la persona umana e il bene comune.
Gratitudine va espressa a tutti voi qui convenuti. A tutti coloro che in vario modo hanno reso possibile questa celebrazione. Grazie a coloro che costretti a rimanere a casa per infermità o per anzianità, lontani o impegnatiavrebbero voluto esserci. Vi garantiamo che vi abbiamo “deportati” noi nel nostro cuore e abbiamo pregato assieme.
Al termine, assieme al vescovo all’Amministrazione comunale andremo presso la porta di ingresso per inaugurare il defibrillatore per rendere cardio protetta questa chiesa, la piazza vicina e la strada prospiciente. Grazie ad IKTUS alla casa famiglia “Lucia e Bernardo Bertolino” e all’azienda LLAA per la collaborazione.
Come sempre: tutto per la maggior gloria di Dio
Al termine, nei locali pastorali del nostro Santuario, ci sarà un momento di fraterna convivialità. Tutti siete invitati. Ciò che è stato preparato sarà condiviso tra i presenti che interverranno.
Benito Giorgetta
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