TERMOLI. Con la Santa Messa celebrata da Monsignor De Luca si chiude il triduo dedicato a sant’Agostina Pietrantoni.
Tre giorni intensi rivolti alla figura di sant’Agostina -la cui reliquia è arrivata ed è stata adorata nella chiesa di san Timoteo- tre giornate intense dedicate dapprima all’accoglienza della sacra costola della Santa; poi il momento di intensa preghiera all’hospice di Larino -quando nella mattina della prima giornata – la reliquia è stata accolta dal dottor Mariano Flocco; poi la Santa Messa celebrata da don Benito e che ha visto san Timoteo ospitare i “camici bianchi” e il personale sanitario, tra cui l’associazione santa Giovanna Antida Thouret di Foggia e come ultima giornata la Santa Messa celebrata dal vescovo Gianfranco De Luca.
Presente per questa terza giornata il sindaco Francesco Roberti e il vice sindaco Vincenzo Ferrazzano. Presenti le suore della carità e le suore di Santa Giovanna Antida Thouret – abbiamo intervistato anche suor Anna Antida Casolino – postulatrice generale per la congregazione delle cause dei Santi.
Un momento di preghiera unico, così come unica è stata la testimonianza di suor Lucilla, del gruppo di santa Giovanna Antida di Termoli.
Abbiamo intervistato anche Gerry Capurso che ha seguito in toto l’arrivo della reliquia: “Era il 12 settembre quando con il gruppo di amici dell’associazione santa Giovanna Antida Thouret ci siamo recati a Pozzaglia Sabina- paese natale della Santa- e siamo venuti a conoscenza dell’inizio del pellegrinaggio delle reliquie di sant’Agostina e la prima tappa era a San Vittorino di Tivoli – un noto santuario della Madonna di Fatima – e proprio in quel momento assieme a suor Lucilla è nata l’idea di ospitare la reliquia a Termoli”.
Un triduo seguitissimo da numerosi fedeli -e che lo stesso tempo avverso – non ha fermato la devozione e la volontà di pregare dinanzi la costola ferita della Santa da una delle sette coltellate.
Don Benito Giorgetta, parroco della chiesa di san Timoteo che ha ospitato l’evento, ai nostri microfoni ha raccontato l’importanza dello stesso: “Un evento di grazia, proprio per i contenuti che questo momento porta con sé. La testimonianza di una suora, una giovane trentenne che mentre era infermiera venne uccisa da colui che la stessa Agostina stava curando e lei lo perdona in punto di morte. Poiché a chi viene martirizzato la vita non è tolta, ma donata, perché sant’Agostina non ha avuto parole di riprovazione, ma soltanto parole di conforto e perdono”.
Il perdono come arma vincente non soltanto in certe occasioni, ma nella vita di tutti i giorni; poiché il perdono rappresenta proprio quello spiraglio di luce in mezzo alle tenebre da cui sempre più spesso è avvolto questo mondo.