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martedì, 19 Novembre 2024
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Il ritorno a Dio come alla sorgente della nostra vita

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Le Ceneri

Il ritorno a Dio come alla sorgente della nostra vita

(Gioele 2,12-18; 2 Corinti 5,20-6,2; Matteo 6,1-6.16-18)

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà»”.

Spesso, per dissetarsi, ci si accontenta delle pozzanghere avendo dimenticato che c’è l’acqua sorgiva che è certamente migliore, più salutare e dissetante. Nella vita capita d’essere distratti ed attratti da ciò che non ha lo stesso valore, gusto e sapore del genuino. Spesso veniamo saziati da delusioni. Ci aspettavamo chissà che, e poi tutto si dissolve. L’animo umano è terra di conquista. Occorre fare delle scelte. Effettuare delle cernite.

La quaresima, che inizia con il rito delle ceneri, è un momento che si protrarrà per quaranta giorni durante i quali siamo chiamati a guardarci dentro. A fare visita, quasi come un pellegrinaggio, dentro noi stessi. Esaminarci. Porci delle domande. È possibile fare il punto della situazione della nostra vita e chiederci, come viviamo. Dove stiamo andando. Come ci relazioniamo con gli altri. Con Dio. Lui non si dimentica mai di noi e mai viene meno alle sue promesse. Noi siamo altalenanti, discostanti. Conosciamo alti e bassi. Altezze da vertigini e profondità da abissi. Ma Dio ci attende sempre. Si sa accontentare. Non si scandalizza. Anzi, se ci vede allontanarci, ci cerca. Ci chiama. Si propone a noi per essere la nostra sazietà. La nostra sorgente. La gioia vera, genuina, senza inganni. Esercita nei nostri confronti una forza gravitazionale. Unicamente ispirata ed intrisa del suo amore e della sua misericordia. “Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Isaia 1,18).

Dio ci chiama allo stesso tavolo per discutere. Non importa di quali sconfitte siamo portatori e da quale lontananza proveniamo. A lui interessa la nostra vita, la nostra persona. È disposto a tutto pur di non perderci. Lui che è amore, agisce come chi ama davvero. Disponibile a tutto. Lui non ci attira con delle promesse ma con la certezza che già ci ha salvati perché lui ama con amore preveniente. Nulla da guadagnare, tutto donato. Già attuato. Dobbiamo solo attingere alla sua ricchezza. Alla sua sorgente. Come una fonte eroga acqua prima che noi ci accostiamo ad essa, durante il prelievo e dopo che ci allontaniamo col nostro carico di acqua. Così l’amore di Dio è prima di noi, mentre ne facciamo esperienza e anche dopo di noi. Perché Dio è eterno ed eterno è il suo amore per noi.

Ecco la forza e la certezza che ci debbono far ritornare a Dio “con tutto il cuore… lacerandoci il cuore e non le vesti” come ci ricorda molto bene Gioele. Non ci resta che iniziare con gioia, questo pellegrinaggio di quaranta giorni, che ci farà approdare presso il cenacolo dove Gesù lava i piedi agli apostoli e chiede l’unità e il dono del servizio reciproco. Presso il calvario dove lo troveremo appeso alla croce per salvare l’umanità. Ma, soprattutto, arriveremo presso la tomba vuota del Cristo morto e risorto per ciascuno di noi, segno indelebile e generoso del suo amore. Procediamo custodendo nel cuore queste certezze. Dio non delude mai, perché non illude nessuno.

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