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Saluto finale e ringraziamenti al termine del rito di dedicazione dell’altare e dei luoghi liturgici in occasione della riapertura al culto della chiesa di san Timoteo in TermoliDomenica 9 maggio 2021

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“L’anima mia magnifica il Signore” (Luca 1,46)

Non voglio abusare della vostra pazienza ma è giusto e doveroso che si esprimano concretamente e con evidenza dei ringraziamenti. Il modo più esauriente ed intenso è quello che stiamo terminando. Abbiamo detto grazie al Signore con questa santa Eucaristia che è la forma sorgiva ed apicale di ogni rendimento di grazie. Ed è bello perché lo abbiamo fatto assieme a voi tutti qui convenuti e con coloro che si sono uniti a noi spiritualmente o hanno seguito le dirette attraverso i social.
Ma oltre il ringraziamento alla paternità di Dio che ci ha convocati e riuniti, è necessario che io esprima immensa gratitudine, dal gusto filiale, a Papa Francesco che ha voluto rendersi presente con il suo personale e straordinario messaggio benedicente ed orante.
Il primo grazie è per voi tutti fratelli nel battesimo e in modo particolare un grazie ricco di commozione e riconoscenza alla comunità parrocchiale di San Timoteo, porzione del popolo santo di Dio di questa chiesa locale, a me affidato perché io sia degno di servirvi ed onorato nel farlo col vostro aiuto.
Grazie al nostro vescovo che ha ispirato, seguito e permesso la ristrutturazione di questo luogo di culto che è la casa della nostra comunità parrocchiale ove si riunisce, si nutre, cresce e trova consolazione. In verità il tutto era programmato per il 2013 ma varie vicissitudini hanno fatto procrastinare la data di inizio fino a giungere ad oggi.
Mi sia permesso esprimere sentimenti di grande affetto e devozione a S. E. Mons. d’Ambrosio già nostro vescovo ed arcivescovo emerito di Lecce. Grazie per essere qui eccellenza e grazie per averci preferiti ad altri già assunti impegni. Questo sottolinea la sua affezione per ciascuno di noi.
Un grazie veramente amicale al neo nunzio apostolico per il Giappone S. E. Mons. Leo Boccardi da poco rientrato dall’Iran e in procinto di partire per la nuova impegnativa destinazione assegnatagli dal Papa.
Grazie alla Conferenza Episcopale Italiana che con il contributo dell’otto per mille ha permesso i lavori di ristrutturazione del tetto e delle pareti interne. Grazie all’ufficio diocesano per l’edilizia di culto.
Grazie a voi confratelli segno di amicizia e comunione presbiterale benchè, visto l’orario, non siamo in molti perché impegnati nelle diverse comunità parrocchiali.
Grazie in particolare a padre Pietro che si è scomodato venendo dalla Croazia, luogo di provenienza di coloro che cinquecento anni fa si sono stabiliti, perché ospiti accolti, nelle nostre terre di cui io stesso sono un membro essendo di Montemitro alla pari di don Silvio che è di san Felice del Molise.
Grazie al signor sindaco il prof. Francesco Roberti, al suo vice Vincenzo Ferrazzano e al presidente del Consiglio comunale cittadino l’avv. Annibale Ciarniello in voi salutiamo tutti i nostri concittadini termolesi.
Grazie a tutte le autorità qui convenute ognuna in rappresentanza di un settore o di un servizio specifico di appartenenza. Grazie a voi tutti per quanto fate per il bene comune di questa cittadina.
Grazie a voi ragazzi di Iktus e del CEC della Papa Giovanni XXIII, ci avete dato un grosso aiuto ed è sempre ammirevole il vostro sforzo di riscatto e di risurrezione. I tre giovani che portavano in processione le due lettere di Paolo a Timoteo sono mussulmani per dire, come abbiamo ascoltato dalla parola di Dio di oggi, che “Dio non fa preferenze tra le persone”. Il libro, in carta pergamenacea, è stato rilegato da suor Patrizia Maggi delle “Sorelle povere di santa Chiara” Scutari (Albania). Decorato a mano con minuziose e deliziose miniature da suor Gelsomina Rossi delle “Sorelle Francescane della carità”. Per sempre resterà esposto davanti alla reliquia del capo di san Timoteo disponibile per chi lo vorrà leggere.
Da oggi cessa la nostra precarietà strutturale, il nostro forzato nomadismo, i nostri ridotti spazi e ambiti cultuali che ci hanno messo in grande disagio pur saziandoci di tanta necessaria quanto noiosa polvere, sporcizia e quintali di rifiuti. Ormai siamo approdati nella nostra “terra promessa” dove scorrono latte miele in abbondanza e credo che attorno a noi, sopra di noi, difronte a noi ci siano dei segni molto eloquenti e narrativi di questa nuova condizione. Finalmente questa aula ha lasciato le sue forme abbastanza anonime e appiattite e si è rivestita a festa. La sinfonia policroma delle pareti musive, la rimessa in sicurezza del soffitto e del tetto, la rivisitazione completa e totale dei luoghi liturgici, il roveto ardente e la “pepita” del tabernacolo, nella cappella del santissimo sacramento, la prospiciente cappella di San Timoteo che accoglie la reliquia del suo capo a noi dato in custodia dal vescovo e il battistero a forma di vasca per il battesimo, ossia l’immersione in Dio per coloro che vengono generati alla sua figliolanza, sono tutti rinnovati e, secondo me, architettonicamente armoniosi e liturgicamente rispondenti, per permetterci delle celebrazioni belle, essenziali e, speriamo, intense, in modo da di dialogare con il mistero di Dio di cui siamo tutti concelebranti e destinatari.
Ma tutto questo tripudio di colori, di forme, di bellezza, di armonia architettonica non sarebbe stato possibile se non fosse stata messa in cantiere una forza di risorse umane e professionali all’altezza del compito. Mi sia allora consentito di esprimere dal profondo del cuore la mia gratitudine condita da veri sentimenti di riconoscenza a tutti coloro che si sono adoperati con ogni mezzo, intuito, sostegno e competenza. Prima di tutto gli organi di partecipazione pastorale alla vita della parrocchia. Il consiglio per gli affari economici, il comitato istituito “pro mosaico”, i catechisti parrocchiali – consiglio pastorale parrocchiale e tutti coloro che si sono aggregati. Un grazie particolare a Vincenzo Caserta per la competenza, la dedizione, e la sua instancabile collaborazione, grazie anche a padre Luigi a Cleofino e l’architetto Ivano Ludovico. Assieme, in continuo dialogo, siamo stati la “task force” per questa avventura.
Ed ora il grazie commosso, profondo, convinto e mai sufficiente alla ditta dei fratelli Occhionero di Ururi, alle sue maestranze e a tutte le ditte collaboratrici dei vari settori. Sarebbe troppo lungo nominarle tutte. Non me ne vogliate, vi prego, se non vi nomino. Con voi tutti è nata una bella relazione umana, semplice, diretta, scherzosa e reciprocamente generosa non fosse altre per le decine di caffè che mi avete fatto fare quotidianamente.
Per quanti tasselli ci sono in quest’opera musiva, altrettanti ringraziamenti al maestro Michele Todisco di San Ferdinando di Puglia e direttore artistico della “Poly creations” e a tutti i suoi collaboratori. Quest’opera, che si estende per circa 350 metri quadrati, unica nel suo genere, per lo stile che la connota e il racconto che ci dona è la più grande in tutto l’Abruzzo e il Molise.
Se nei ringraziamenti ho dimenticato qualcuno, spero di no, chiedo venia, ma davvero il grazie sincero grato ed affettuoso vada a tutti e a ciascuno anche a chi ci ha accompagnati col pensiero o col sostegno morale. Ma siccome le opere si fanno anche con la concretezza grazie a tutti coloro che hanno fatto donazioni, offerte e si sono prodigati per le varie iniziative intraprese.
Termino.
Non so se qualcuno tra voi si sia chiesto come mai vi sto parlando da qui e non dall’ambone. Se non lo avete rilevato comunque ve ne do’ la ragione. L’ambone è il luogo deputato alla proclamazione della Parola di Dio e da lì, per rispetto della sua funzione, si farà solo quello. E’ un luogo imponente proprio per questo: dall’alto scende verso l’umanità la parola che salva, la parola che accompagna, la parola che incoraggia, consola e stimola: “Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare…” come recita la scritta circolare che giganteggia sulla parete musiva che Paolo ha indirizzato a Timoteo nella sua seconda lettera (2Timoteo 3,16-17). Questo ambone dunque rappresenta un po’ il monte Sinai – Oreb, il monte Nebo, il Tabor e la montagna dalla quale Gesù diede il suo insegnamento cuore di tutto il vangelo.
Da oggi si tolgono i cartelli dei lavori in corso per le maestranze ma rimangono permanenti i lavori in corso per la comunità che, rinvigorita, deve rigenerarsi, aprirsi ai nuovi percorsi e mai smettere d’essere in cammino discepolare alla sequela di Cristo. Rimangono i cartelli che debbono dire la nostra attenzione e il nostro servizio ai meno fortunati, ai poveri, agli anziani, agli emarginati.
La Madonna, unitamente a san Timoteo che, verosimilmente, ha incontrato ad Efeso, quando era ospite di san Giovanni l’evangelista, ci benedicano, ci proteggano e intercedano per tutti noi.
Tutto, e ne sono convinto, professandolo davanti a voi, è stato fatto per la maggior gloria di Dio e la nostra santificazione. “Solus Deus scit” Solo Dio sa!!!. Grazie!

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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