Nella terza Domenica di Avvento, che quest’anno cade il 13 dicembre – 51mo anniversario di ordinazione sacerdotale del Papa – il Pontefice parla di Giovanni il Battista: “leader del suo tempo”, che ha vissuto l’attesa e la gioia di vedere arrivare il Messia senza mai attirare su di sé l’attenzione ma orientandola verso Cristo. Al termine, la tradizionale benedizione dei “bambinelli”
Emanuela Campanile – Città del Vaticano
Il tempo scorre inesorabile, si dice, ma durante l’Avvento – per chi crede – si fa gioioso, poichè “il Signore è vicino” come afferma San Paolo. E l’attesa, “un po’ come quando aspettiamo la visita di una persona che amiamo molto” si tramuta in gioia. Ce lo ricorda Francesco, all’Angelus di oggi:
…questa dimensione della gioia emerge specialmente oggi, la terza domenica, che si apre con l’esortazione di San Paolo «Rallegratevi sempre nel Signore». Rallegratevi, la gioia cristiana. E quale è il motivo ? Che «il Signore è vicino». Più il Signore è vicino a noi, più siamo nella gioia; più Lui è lontano, più siamo nella tristezza. Questa è una regola per i cristiani. Cristo ti ama e tu non hai gioia? Pensiamo: io ho gioia perchè il Signore mi ama?
La gioia del Battista
Commentando il Vangelo odierno, il Papa si sofferma su Giovanni il Battista, il “personaggio biblico che – eccettuando la Madonna e San Giuseppe – per primo e maggiormente ha vissuto l’attesa del Messia e la gioia di vederlo arrivare”a:
Il Battista è il primo testimone di Gesù, con la parola e con il dono della vita. Tutti i Vangeli concordano nel mostrare come lui abbia realizzato la sua missione indicando Gesù come il Cristo.
Mettere al centro Gesù
Uomo di fama, prosegue il Pontefice, “un leader nel suo tempo”, conosciuto in tutta la Giudea e oltre ma che “nemmeno per un istante cedette alla tentazione di attirare l’attenzione su di sé”. “Sempre il Signore al centro, come la Madonna”.
Ed è attraverso l’esempio del Battista che Francesco indica la prima condizione della gioia cristiana:
…decentrarsi da sé e mettere al centro Gesù. Questa non è alienazione, perché Gesù è effettivamente il centro, è la luce che dà senso pieno alla vita di ogni uomo e donna che viene a questo mondo. È lo stesso dinamismo dell’amore, che mi porta a uscire da me stesso non per perdermi, ma per ritrovarmi mentre mi dono, mentre cerco il bene dell’altro.
Ma c’è un ma e Francesco lo chiarisce senza fraintendimenti. Per arrivare a testimoniare Gesù, Giovanni ha affrontato “un lungo cammino” costellato di scelte radicali e rinunce. Mettere al centro Cristo e andare verso la vera gioia “non è una passeggiata”:
Ha lasciato tutto, fin da giovane, per mettere al primo posto Dio, per ascoltare con tutto il cuore e tutte le forze la sua Parola.
Il Battista, modello di Annuncio
Per quanto alcuni tratti della personalità di Giovanni siano unici, “irripetibili, non proponibili a tutti”, la sua testimonianza, sottolinea il Pontefice, “è paradigmatica per chiunque voglia cercare il senso della propria vita e trovare la vera gioia:
In particolare, il Battista è modello per quanti nella Chiesa sono chiamati ad annunciare Cristo agli altri: possono farlo solo nel distacco da sé stessi e dalla mondanità, non attirando le persone a sé ma orientandole a Gesù”. La gioia è questo, e la gioia deve essere la caratteristica della nostra fede, anche nei giorni bui. Sapere che il Signore è con me. Il Signore, il Signore è al centro”. Chiediamoci: sono sempre come quelli tristi che sembrano di essere in una veglia funebre?
Maria, in lei Dio si è fatto vicino
E se il Battista orientava a Colui che doveva venire, diventando oggi modello per chi nella Chiesa annuncia il Cristo, c’è una figura che attraversa i tempi e nella quale Dio “si è fatto vicino” trasformandola nella “Causa della nostra letizia”. E’ la Vergine Maria, immagine con la quale il Papa conclude la catechesi della terza domenica di Avvento, giorno in cui quest’anno cadeil 51mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
“Pregando ora l’Angelus, noi vediamo tutto questo realizzato pienamente nella Vergine Maria: lei ha atteso nel silenzio la Parola di salvezza di Dio; l’ha ascoltata, l’ha accolta, l’ha concepita. In lei Dio si è fatto vicino. Per questo la Chiesa chiama Maria Causa della nostra letizia”
La Benedizione dei Bambinelli
Dopo la preghiera mariana, Papa Francesco ha salutato romani e pellegrini e in modo speciale il gruppo venuto in rappresentanza delle famiglie e dei bambini di Roma in occasione della tradizione benedizione dei Bambinelli del presepe in questa terza domenica di Avvento. Il Papa ha ricordato che si tratta di un appuntamento organizzato dal Centro Oratori Romani e ha sottolineato che in Piazza San Pietro quest’anno però si sono potuti radunare in pochi per via delle misure anti-pandemia. Ma il Papa ha ricordato che in tanti, bambini e ragazzi, si sono ritrovati al momento dell’Angelus, nelle parrocchie o nelle proprie abitazioni, comunque in attesa e in comunione spirituale. Francesco ha impartito la Benedizione, invitando tutti a “lasciarsi attirare, nel silenzio della preghiera di fronte al presepe, dalla tenerezza di Gesù, nato povero e fragile per darci il suo amore”. Con l’augurio della Buona Domenica, Francesco è tornato alla raccomandazione fatta prima dell’Angelus: “Non dimenticatevi della gioia, il cristiano è gioioso anche nelle prove perché è vicino a Gesù”. Poi la consueta raccomandazione: “Non dimenticatevi di pregare per me”.