Se teniamo a mente che Dio è un Padre amorevole, sarà più facile affrontare le prove del nostro mondo caduto
Quando siamo malati o vediamo ammalarsi un amico o un familiare, è naturale chiederci perché Dio permetta una sofferenza simile.
Se la sofferenza nel mondo può essere fatta risalire ad Adamo ed Eva nel giardino, Dio è in grado di trasformare perfino le conseguenze del peccato in un bene maggiore. Spesso le malattie che permette possono portarci a un maggiore benessere spirituale.
È per questo che San Paolo dice (Romani 8, 28) che tutto concorre al bene.
I santi scrivono spesso della malattia e della sofferenza come di “doni” di Dio. La malattia può non sembrare un dono, ma se comprendiamo le vie di Dio possiamo permettere che quel dono ci trasformi e ci avvicini a Lui.
San Paolo della Croce ha rifettuto su questa realtà, e i suoi pensieri si possono ritrovare nei Fiori della Passione.
“La malattia è una grande grazia di Dio! Ci insegna ciò che siamo; in essa riconosciamo l’uomo paziente, umile e mortificato. Quando la malattia indebolisce e mortifica il corpo, l’anima è disposta meglio a elevarsi a Dio”.
Il santo credeva fermamente che la malattia possa avvicinarci a Dio, dove siamo “disposti meglio” a elevare il nostro cuore e la nostra mente al nostro Creatore.
La malattia può insegnarci la pazienza e l’umiltà, virtù spesso tra le più difficili da acquisire.
È comunque possibile resistere ai doni spirituali che Dio vuole effondere su di noi. Per San Paolo della Croce, la chiave è accettarla come se Dio ce la donasse con le Sue mani:
“Il modo migliore per acquisire la pace che nasce dall’amore di Dio, Fonte inesauribile di tutte le virtù, è accettare tutte le tribolazioni, spirituali o temporali, come se derivassero direttamente dalla mano paterna di Dio; guardare tutti gli eventi spiacevoli come doni assai preziosi che ci vengono offerti dal nostro Padre celeste”.
In questo modo, possiamo trovare la pace interiore anche nella malattia, riconoscendola come parte del misterioso progetto di Dio sulla nostra vita.
Ciò non vuol dire che non sentiremo la ribellione montare nel nostro spirito. Non siamo stati creati per soffrire, e rifiutiamo naturalmente questa condizione. Essere onesti con Dio sui nostri sentimenti non significa che stiamo fallendo nell’accettare la Sua Provvidenza, ma tenere a mente che Dio è un Padre che vuole sempre ciò che è positivo per noi ci aiuterà a sopportare le croci quotidiane del mondo.
Ci sono molti motivi spirituali per cui Dio potrebbe permettere la malattia. Quello che dobbiamo ricordare è che Dio ha un progetto d’amore per noi, ed è fedele al Suo amore.