Padre George W. Rutler è parroco della chiesa di San Michele di New York, e tiene una rubrica di domande e risposte sul Catholic Herald, importante portale informativo e formativo cattolico con sede a Londra, fondato come quotidiano nel 1888 e ancora in circolazione come rivista nel Regno Unito e nella Repubblica d’Irlanda.
Una delle tante domande che il sacerdote ha ricevuto è stata inviata da una madre di famiglia di Salt Lake City (Utah, Stati Uniti), che ha riferito come la figlia di 16 anni abbia iniziato a dire di non voler più andare a Messa “perché ha l’età sufficiente per decidere da sola”.
La risposta offerta dal sacerdote può essere strutturata in tre tappe, nel caso un padre o una madre desideri adattarla alla propria realtà.
1 – Libertà di scelta
In una prima tappa, padre Rutler riconosce la premessa della libertà: “La fede non può essere imposta a nessuno (neanche l’infedeltà)”.
2 – Base consapevole della scelta
Detto questo, però, ricorda che la vera libertà si basa su una scelta realmente consapevole e non puramente passionale. Ciò esige quantomeno che la ragazza comprenda chiaramente ciò che sta rifiutando:
“Chiedete perché rifiuta il Banchetto del Cielo e come fa a sapere della Messa più di alcuni santi che alla sua età desideravano con ansia la Sacra Comunione: Pier Giorgio Frassati, Chiara Badano, Isidore Bakanja, Teresa de los Andes, Stanislao Kostka, Caterina d’Alessandria, Pietro Calungsod, Luigi Gonzaga, Domenico Savio, Teresa di Lisieux e Giovanna d’Arco. Chiedetele innanzitutto di leggere brevi racconti sulla vita di questi santi, e poi di scrivere spiegando perché sbagliavano”.
3 – Accettazione consapevole delle conseguenze
Il sacerdote avverte infine del fatto che ogni scelta ha delle conseguenze con cui bisogna essere coerenti:
“Può aggiungere che se ha l’età sufficiente per decidere di rifiutare la Presenza Reale di Cristo ha logicamente l’età sufficiente per pagare le spese della sua stanza e quelle a livello di cibo”.
In sintesi: bisogna rispettare la libertà, ma per questo bisogna garantire che si tratti proprio di libertà. È una scelta che ha delle basi e consapevole? È una scelta che si fa carico delle proprie conseguenze? Se non è così è solo un capriccio, ed è dovere dei genitori aiutare i figli a compendere la differenza.