Come annunciato dall’udienza generale di mercoledì, è il cardinale Pietro Parolin a rappresentare Francesco a Beirut in questa giornata universale di preghiera e digiuno. Ti affidiamo il Libano, è la preghiera del Papa letta dal segretario di Stato, perché “realizzi la sua vocazione di messaggio di pace e di fraternità”
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Circondato dai microfoni, mentre la vita di Beirut scorre attorno, il cardinale Piertro Parolin presta la voce a Francesco per parlare al popolo libanese. Un breve messaggio, che il Papa gli ha chiesto di amplificare durante la giornata dedicata alla preghiera e al digiuno per il Libano, nel quale si avverte l’amore di Francesco e ancora prima l’amore e la predilezione di Dio per questo Paese che ancora una volta affronta un momento difficile della sua storia.
Il messaggio di Papa Francesco
“Io infatti conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore – progetti di pace e non di sventura per concedervi un futuro pieno di speranza”. Inizia da questa citazione tratta dal profeta Geremia il testo scritto dal Papa per questa occasione. L’attualità e le vicende vissute in passato dal popolo libanese sembrano contraddire questa promessa. Ma Francesco esorta a fidarsi della fedeltà di Dio. “Signore, crediamo che vigili sulla tua Parola, per realizzarla – scrive Papa Francesco -, e vi speriamo, contro ogni speranza o disgrazia”.
L’affidamento del Paese a Dio per un futuro di pace
Il messaggio si fa preghiera, di ringraziamento e di richiesta: “Ti ringraziamo per il tuo amore che si è espresso tramite la solidarietà di molti. Ti affidiamo il nostro Paese, il Libano, con il suo popolo, le sue guide religiose e politiche ed i suoi giovani, che realizzi la sua vocazione di messaggio di pace e di fraternità alla quale lo hai chiamato. Amen”.
Ascolta il messaggio del Papa letto dal cardinale Parolin
La visita di Parolin alla chiesa maronita di San Giorgio
Il segretario di Stato è arrivato a Beirut ieri e nel corso della giornata ha visitato la chiesa maronita di San Giorgio devastata il 4 agosto scorso dall’esplosione al porto. Qui ha incontrato i leader religiosi della città per commemorare insieme la tragedia. “Vengo nella vostra storica città – ha detto il cardinale Parolin – per esprimere la vicinanza della Chiesa cattolica in tutto il mondo”. “Stando al vostro fianco, troviamo il coraggio di gridare insieme: “basta”. La nostra sofferenza – ha proseguito – può aiutarci a purificare le nostre intenzioni e rafforzare la nostra determinazione a vivere insieme in pace e dignità, a cercare una governance migliore che favorisca la responsabilità, la trasparenza e la responsabilizzazione. Insieme possiamo sconfiggere la violenza e tutte le forme di autoritarismo, promovendo una cittadinanza inclusiva basata sul rispetto dei diritti e dei doveri fondamentali”.
La celebrazione della messa al Santuario di Harissa
“I libanesi ricostruiranno il loro Paese, con l’aiuto degli amici e con lo spirito di comprensione, dialogo e convivenza che li ha sempre contraddistinti”: questo l’incoraggiamento rivolto dal cardinale Parolin nell’omelia della Messa celebrata, sempre ieri, davanti al Santuario di Harissa, nostra Signora del Libano. Il segretario di Stato ha sottolineato la capacità dimostrata dai libanesi di resistere e di rialzarsi dalle enormi difficoltà incontrate nel corso della sua storia. Anche questa volta sapranno farlo, e afferma: “La ricostruzione del Libano non avverrà solo a livello materiale. Beirut, “madre delle leggi”, rinascerà dalle sue ceneri assistendo alla nascita di un nuovo approccio alla gestione della cosa pubblica, la res publica. Nutriamo tutti la speranza che la società libanese si baserà maggiormente sul diritto, i doveri, la trasparenza, la responsabilità collettiva e il servizio del bene comune”.