Indirizzo di saluto ed introduzione per la presentazione del fumetto:
“San Timoteo la storia del santo custodito a Termoli città timoteana”
Cinema “Oddo” – Domenica 30 giugno 2019
Abbiamo appena ascoltato, in religioso silenzio, le armoniose note e l’ispirate parole del canto “Ravviva tu il dono di Dio che è in te”. Delizia all’udito e balsamo al cuore perché siamo invitati a gioire per un dono, per tutti i doni depositati nella nostra vita dalla provvidenza amorevole e preveniente di Dio amore. Ma occorre ravvivare. Ridare vita a tutto ciò che il tempo ha potuto consumare, le vicende abbiano potuto scoraggiare, la vita ha potuto tradire o le attese ci abbiano delusi. Ravvivare si, ma con la forza di Dio che c’è, ed è sicuro, in ciascuno di noi. Come l’acqua dà e riporta in vita le cellule del nostro organismo, così dobbiamo far risorgere ogni sentimento, ogni condizione, ogni dono che possediamo. Ricordo che queste musiche e questo testo furono composte, precipuamente, per una circostanza che vedeva Termoli al centro di un interesse nazionale quale fu la 46^ celebrazione della settimana liturgica nazionale dal 21 al 26 agosto 1995 dal titolo: “Liturgia e nuova evangelizzazione”. Opera di don Giuseppe Liberto che in seguito fu maestro della cappella musicale pontificia “Sistina”. Egli si ispirò, per la composizione dell’inno ufficiale, proprio al nostro san Timoteo, utilizzando la famosa espressione di Paolo nella seconda lettera a lui indirizzata al capitolo 1 versetto sei.
Allora….. Buon pomeriggio e benvenuto a tutti e a ciascuno di voi.
Un saluto e un ringraziamento particolare al nostro vescovo Mons. Gianfranco de Luca, al neo sindaco l’ing. Francesco Roberti con l’augurio che possa trovare forze e risorse per amministrare questa nostra città assieme alla sua Giunta e a tutto il consiglio Comunale, perseguendo il bene comune, con una particolare attenzione a chi ha meno voce, a chi ha meno risorse, a chi cerca incontro, dialogo, risposte e soluzioni ai propri problemi. San Paolo VI diceva che “la politica è la più alta forma di carità”. Quindi si può essere buoni cristiani anche attraverso la politica che solitamente e riduttivamente è considerata cosa, se non equivoca, poco chiara, per dirla con un eufemismo. San Timoteo aiuti l’ospedale a lui intitolato a ravvivare tutto i suoi reparti e a non permettere che questa popolazione e quelle limitrofe siano mortificate nelle loro imprescindibili e intangibili diritti alla salute e alla sua cura. Quindi speriamo che il punto nascite risorga dalla decretata morte e cessazione. Non si può accettare la morte delle nascite in questo territorio. Un grembo sterile non genera figli, un lembo di terra, quella basso molisana, non può diventare sterile, per decreto e per carenza di trend numerici. Non perché pochi, siamo inesistenti. Lo Stato esige le tasse non solo dagli abitanti di una megalopoli ma anche da quei pochi sparuti cittadini nascosti e dimenticati su un cucuzzolo di montagna. Ed è giusto, ma, altrettanto, è doveroso, per lo Stato, garantire a tutti i suoi cittadini i diritti sanciti dalla costituzione, tenendo conto anche delle diversità del territorio e delle sue esigenze. San Timoteo aiuti il san Timoteo!!!
Un saluto anche alle autorità militari, portuali, al comandante dei vigili urbani, dei pompieri e a tutte le rappresentanze qui presenti.
Un saluto e un ringraziamento per aver accettato il nostro invito al carissimo e conosciutissimo Pippo Franco, a Domenico Di vitto, disegnatore da mezzo secolo, e autore dei fumetti che stiamo ammirando. Sa scrivere col disegno ciò che la sua mente concepisce e la sceneggiatura suggerisce. Mi onoro d’essere autore dei testi e in modo congiunto, con l’equipe di Francesco Di Vitto editore, della sceneggiatura di questo opuscolo che oggi presentiamo.
Perché abbiamo lungamente sognato e fortemente voluto quest’opera? L’unico scopo è quello di voler, ulteriormente, contribuire alla diffusione di un patrimonio che la storia e la provvidenza hanno consegnato a questa nostra chiesa locale di Termoli – Larino: il corpo di san Timoteo discepolo e figlio prediletto di Paolo l’Apostolo. Come tante volte ricordato san Timoteo è un santo biblico, di lui ci parla la Parola ispirata e non un semplice agiografo. Quando si possiede un tesoro non lo si deve nascondere o egoisticamente fruire in proprio, quanto piuttosto occorre mostrarlo, condividerlo, ancor più se patrimonio di una collettività. San Timoteo è portatore di una storia, la sua, e quella di tutti coloro che lui ha incontrato. La sua famiglia, ammirata anche dall’Apostolo delle genti per la “schietta fede”. Paolo stesso che fu suo maestro e padre nella fede, l’ansia per il vangelo, l’esempio di condotta irreprensibile, la dedizione al popolo efesino di cui è stato pastore. I suoi occhi, molto probabilmente, hanno visto fisicamente la Madonna, la Madre di Dio. Il suo Capo qui custodito ci richiama fortemente a questo: l’òrbite di questa testa hanno visto la Vergine Maria, solo a pensarci salgono i brividi!!! Alla fine della storia umana, quando ci sarà la risurrezione dei corpi, san Timoteo dovrà venire qui, partire da qui per vivere nell’eternità divina!!
Tutto questo è un patrimonio immenso che dobbiamo custodire e dispensare. Questo fumetto può essere un’occasione, un mezzo di trasmissione e diffusione, oltre tutti gli altri già esperiti o da, ulteriormente, e nel tempo a seguire, proporre.
Concepito come strumento didattico destinato in modo prioritario, ma non esclusivo, alla fascia scolare e giovanile con l’intento che sia trasmessa alle nuove generazioni, come un passaggio di testimone, la ricchezza patrimoniale di san Timoteo perché ne continuino la devozione e la diffusione, ora viene consegnato per iniziare questo itinerario.
Volutamente, l’inizio del racconto fumettistico, è stato concepito con la presenza di una famiglia e di un nonno in modo particolare, alla manifestazione del “Palio di san Timoteo”. Con la tecnica cinematografica del “flashback” inizia il dialogo tra un ragazzo di nome Timoteo, il nonno e la sua famiglia che sta assistendo, compatta, alla manifestazione. Nell’ambito dell’intimità familiare continua la spiegazione iniziata da una semplice domanda di curiosità del ragazzo. Di proposito il testo e la sceneggiatura presentano la famiglia come luogo primario, indispensabile e necessario per l’educazione alla fede. La capacità dialogica pone in relazione diverse generazioni: il ragazzo, il nonno, il papà e la mamma. Quanto è necessaria oggi, come sempre, la riproposizione di una famiglia sana, unita e, per chi crede, benedetta da Dio col sacramento nuziale. Anche questo è un mezzo ed un espediente pedagogico perché sia veicolato, immettendolo come una flebo nelle vene delle giovani generazioni, il concetto della preferenza del dialogo relazione all’isolamento egoistico e ripiegato su se stesso nell’uso di uno smartphone, di un video game o di una ply station.
Questo dialogo in famiglia continua in ambito catechistico per dare compimento e completezza all’educazione nella fede di un ragazzo in crescita. La condivisione con la catechista e gli amici allarga gli orizzonti educativi estendendoli e raggiungendo tutte le realtà pedagogiche abitate da un ragazzo. Il racconto, a cui si aggiunge l’intervento di diversi componenti il gruppo, diventa avvincente allorquando ognuno sottolinea un aspetto di tutto ciò che in ambito parrocchiale tutti loro stanno vivendo. Il pullulare di tante iniziative, tutte tendenti allo stesso scopo, unisce gli animi attorno alla figura di un santo che ha “onorato Dio”: Timoteo, come spiega l’etimologia del suo nome.
La conclusione, da pagina 36 a pagina 42, è affidata alla Parola di Dio. Il nonno tenendo per mano il nipote, passeggia davanti alla cattedrale cittadina, luogo del rinvenimento del sacro corpo e, spiegandogli come l’Apostolo Paolo ha indirizzato a Timoteo due lettere, dette pastorali, gli riferisce, in modo riassuntivo proponendo le espressioni più accattivanti e stimolanti. Si, non solo il corpo di san Timoteo, ma anche e soprattutto la Parola di Dio, sono un patrimonio da accogliere e custodire e vivere. Sono doni e, come diceva il nostro vescovo il giorno del Corpus Domini, non debbono farci dimenticare il donatore. “Accade però, che invece di cogliere e accogliere il Donatore di cui il dono è segno, ci fermiamo al dono. Ora quando non si raggiunge il donatore, ci si ferma ai doni, si diventa feticisti, attaccandosi alle cose e sacrificando ad esse la propria vita”.
In questo caso dobbiamo impegnarci, purificando e sanando ogni atteggiamento non consone alla bellezza e alla preziosità di un dono, ad essere disponibili nell’accoglienza, solleciti nella custodia, grati nei sentimenti, dediti nella testimonianza. L’unico modo è quello di legarci al Donatore per la gloria del quale ogni iniziativa, compresa questa, è a lui ispirata, indirizzata e attuata.
Mi permetterete ora di manifestare alcuni doverosi e necessari ringraziamenti:
A tutti voi, indistintamente, qui presenti perché avete accolto il nostro l’invito.
A Domenico Di vitto e Francesco suo figlio editore.
A Nicola e Rosetta titolari de la Vida wellness center e la Vida Medical per la disponibilità collaborativa.
A Cleofino, Timoteo Casolino, instancabile e prezioso collaboratore.
Alla Pro loco di Termoli, ai cavalieri di san Timoteo e alla comunità parrocchiale tutta e in modo particolare al Cinema Oddo intitolato al vescovo che nel 1945 ebbe la gioia e la sorpresa del rinvenimento del corpo di san Timoteo.
(Benito Giorgetta)