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martedì, 19 Novembre 2024
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Maria primizia e compimento dell’umanità redenta

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(Apocalisse 11,19a; 12,1-6a.10ab; 1 Corinzi 15,20-27a; Luca 1,39-56)

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

E’ un mistero grande quello che oggi celebriamo, è soprattutto un mistero di speranza e di gioia per tutti noi: in Maria vediamo la meta verso cui camminano tutti coloro che sanno legare la propria vita a quella di Gesù, che lo sanno seguire come ha fatto Maria. Questa festa parla allora del nostro futuro, ci dice che anche noi saremo accanto a Gesù nella gioia di Dio e ci invita ad avere coraggio, a credere che la potenza della Risurrezione di Cristo può operare anche in noi e renderci uomini e donne che ogni giorno cercano di vivere da risorti, portando nell’oscurità del male che c’è nel mondo, la luce del bene
(Papa Benedetto XVI
: Angelus, 15 agosto 2011).

Maria è la primizia e il compimento dell’umanità redenta. Preservata dal peccato di origine, per essere degna dimora del corpo di Cristo, verbo incarnato, ci ha anticipati in quello che anche ognuno di noi ha sperimentato, successivamente, nel Battesimo. Nell’Assunzione al cielo, ugualmente ci ha anticipati in quello che sarà anche il destino di ogni uomo, vivere nel cielo nell’eternità di Dio anche col corpo risuscitato.

Non poteva conoscere la macchia del peccato colei che è stata grembo accogliente e generante il Dio della storia, il Dio fatto uomo in Cristo Gesù. Non poteva conoscere la corruzione della tomba colei che ha generato la Vita. In questo modo Maria è la pioniera dell’umanità. Anticipa in se stessa, non solo per privilegio ma per dono di corrispondenza all’amore di Dio, ciò che sarà sperimentato da tutta l’umanità redenta dal suo Figlio Gesù.

Maria è colei che ha saputo, più di ogni altra creatura, collaborare con Dio generandolo prima nella mente, aderendo alla sua volontà, e poi nel grembo diventando la culla del Creatore che ha voluto farsi creatura. E’ creatura madre del Dio creatore. E’ donna rispettata nella sua volontà e premiata nella sua collaborazione. E’ paradigma di ogni femminilità perché in essa si specchia, intatta, la bellezza divina. Mai toccata e, nemmeno, sfiorata dal peccato, ma posseduta e abitata da Dio. Tutta santa, bella e Madre di Dio e Madre nostra. Ammiriamo affascinati e gustiamo soddisfatti la sua bellezza assunta nel grembo di Dio dopo che Dio ha sostato nel suo grembo per generarsi come uomo e donarsi come fratello all’umanità intera.

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