“In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»”.
«Credo la Chiesa una, santa, cattolica…». Questa affermazione è patrimonio della fede della chiesa ed è una vocazione alla quale siamo tutti chiamati attraverso il Battesimo che ci ha resi santi. Si potrebbe affermare che la vita del cristiano consiste nel “custodire” questa santità depositata nel cuore di ogni figlio di Dio. Si nasce santi alla vita della chiesa attraverso il battesimo, dunque, la santità consiste nel non disperdere, depauperare questo tesoro, questo dono, questa condizione. La santità non è una condizione o un’aspirazione elitaria ma normale, comune, semplice, ordinaria condizione del battezzato. E’ la tensione che deve esserci nel cuore di ogni uomo che ha conosciuto e sperimentato la paternità di Dio. Dobbiamo essere il sale che conserva ciò che si è ricevuto in dono, la fiamma difesa dal soffio che la uccide perché possa illuminare.
Molti cristiani, oggi, sono spiritualmente infartuati, eclissati. E’ tempo di curarsi dall’infarto spirituale! La grazia che ti cambia dentro c’è per tutti nel ravvedimento, nel riconoscersi peccatori. “Ma la Chiesa è formata da peccatori, lo vediamo ogni giorno. E questo è vero: siamo una Chiesa di peccatori; e noi peccatori siamo chiamati a lasciarci trasformare, rinnovare, santificare da Dio. C’è stata nella storia la tentazione di alcuni che affermavano: la Chiesa è solo la Chiesa dei puri, di quelli che sono totalmente coerenti, e gli altri vanno allontanati. Questo non è vero! Questa è un’eresia! La Chiesa, che è santa, non rifiuta i peccatori; non rifiuta tutti noi; non rifiuta perché chiama tutti, li accoglie, è aperta anche ai più lontani, chiama tutti a lasciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla tenerezza e dal perdono del Padre, che offre a tutti la possibilità di incontrarlo, di camminare verso la santità. “Mah! Padre, io sono un peccatore, ho grandi peccati, come posso sentirmi parte della Chiesa?”. Caro fratello, cara sorella, è proprio questo che desidera il Signore; che tu gli dica: “Signore sono qui, con i miei peccati”. Qualcuno di voi è qui senza i propri peccati? Qualcuno di voi? Nessuno, nessuno di noi. Tutti portiamo con noi i nostri peccati. Ma il Signore vuole sentire che gli diciamo: “Perdonami, aiutami a camminare, trasforma il mio cuore!”. E il Signore può trasformare il cuore. Nella Chiesa, il Dio che incontriamo non è un giudice spietato, ma è come il Padre della parabola evangelica (Papa Francesco).
In questo consiste la santità, non nell’essere perfetti ma nel ricercare ed accogliere il perdono di Dio. Il paradiso è pieno non di persone perfette ma di peccatori perdonati. Allora c’è posto per tutti.