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sabato, 21 Dicembre 2024
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Come dialogare su Dio (e capirsi)

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Parlare in base alla sete dell’altro e non in base a quello di cui io credo che abbia bisogno

A volte molti pensano che la Chiesa non parli il linguaggio del mondo. Per questo nessuno ci capisce. È la missione più importante: parlare la sua lingua e costruire così l’unità.

Non solo nella mia famiglia, con i miei cari, non solo nella mia comunità religiosa, non solo nella Chiesa cattolica, non solo tra le Chiese.

Diceva papa Francesco parlando della pace: “Unti dallo stesso Spirito, anche noi siamo inviati come messaggeri e testimoni di pace. Quanto bisogno ha il mondo di noi come messaggeri di pace, come testimoni di pace! E’ una necessità che ha il mondo. Anche il mondo ci chiede di fare questo: portare la pace, testimoniare la pace! La pace non si può comperare, non si vende. La pace è un dono da ricercare pazientemente e costruire “artigianalmente” mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano”.

L’unità con ogni uomo, qualunque siano le sue convinzioni, la sua origine, la sua vita. Qualunque sia la sua condizione, il suo modo di essere. Dio vive in tutti gli uomini. Il miracolo è riuscire a parlare la loro lingua.

Parlare secondo la loro sete e non secondo quello di cui io credo che abbiano bisogno. Parlare spogliandomi di me stesso, accogliendo l’altro com’è. E allora sto donando Dio. Non la mia idea di Dio, ma Dio stesso.

Gesù parlava d’amore a tutti – ai peccatori, ai samaritani, ai farisei, ai romani, agli esattori delle tasse, ai ladri. Con Gesù i suoi amici avevano imparato a guardare l’altro al di là del suo peccato, delle sue convinzioni, della sua origine.

Oggi sono presenti tutti i popoli della terra, anche persone che non avevano mai sentito parlare di Gesù, uomini che adoravano altri dei. Ma Gesù continua a dire loro lo stesso, apre loro l’orizzonte, non ci sono limiti, non ci sono frontiere, non c’è nessuno che resti fuori. Dio è per tutti, la buona novella per cui Dio cammina con noi e ci ama è per tutti.

Così nasce una Chiesa che parla con parole che tutti comprendono, perché placano la sete. Una Chiesa che accoglie e guarisce.

Gesù si è reso palpabile nei suoi, in quegli uomini innamorati che amano come Lui, che curano come Lui. Compiono miracoli, guariscono con il potere di Gesù. Parlano con le sue stesse parole. Guardano come Gesù.

Gesù resta sempre con loro, con noi. Non ci lascerà mai. Eliminerà le nostre paure. Ci farà credere nell’impossibile. Ci farà rinnovare ogni giorno i nostri sogni e lottare per dare la vita senza timore.

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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