“Riscoprire” il battesimo, e “farlo insieme, andando al di là delle nostre divisioni”. È l’invito del Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di oggi all’unità dei cristiani, nella Settimana dedicata dalla Chiesa a questo tema. Partendo dal testo biblico che quest’anno guida la riflessione nella Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani, fino al 25 gennaio, Francesco ha ricordato che “è stato scelto da un gruppo ecumenico della Lettonia”. “Al centro della cattedrale luterana di Riga – ha fatto notare il Papa – vi è un fonte battesimale che risale al XII secolo, al tempo in cui la Lettonia fu evangelizzata da san Mainardo. Quella fonte è segno eloquente di un’origine di fede riconosciuta da tutti i cristiani della Lettonia, cattolici, luterani e ortodossi”.
“Tale origine è il nostro comune battesimo”, ha detto Francesco, citando il Concilio. “La Prima Lettera di Pietro è rivolta alla prima generazione di cristiani per renderli consapevoli del dono ricevuto col battesimo e delle esigenze che esso comporta”, ha aggiunto: “Anche noi, in questa Settimana di preghiera, siamo invitati a riscoprire tutto questo, e a farlo insieme, andando al di là delle nostre divisioni”.
“Quando noi cristiani diciamo di condividere un solo battesimo, affermiamo che tutti noi – cattolici, protestanti e ortodossi – condividiamo l’esperienza di essere chiamati dalle tenebre impietose e alienanti all’incontro con il Dio vivente, pieno di misericordia” ha ricordato il Papa, che nell’udienza di oggi si è soffermato sul legame tra l’ecumenismo e la misericordia, tema del Giubileo. “Tutti facciamo esperienza dell’egoismo, che genera divisione, chiusura, disprezzo”, ha detto il Papa. “Ripartire dal battesimo vuol dire ritrovare la fonte della misericordia, fonte di speranza per tutti, perché nessuno è escluso dalla misericordia di Dio”.
“La condivisione di questa grazia – ha proseguito il Papa – crea un legame indissolubile tra noi cristiani, così che, in virtù del battesimo, possiamo considerarci tutti realmente fratelli”. “La misericordia di Dio, che opera nel Battesimo, è più forte delle nostre divisioni”. “Nella misura in cui accogliamo la grazia della misericordia – ha assicurato il Papa – noi diventiamo sempre più pienamente popolo di Dio, e diventiamo anche capaci di annunciare a tutti le sue opere meravigliose, proprio a partire da una semplice e fraterna testimonianza di unità. Noi cristiani possiamo annunciare a tutti la forza del Vangelo impegnandoci a condividere le opere di misericordia corporali e spirituali. Questa è una testimonianza concreta di unità”.
“Portare la misericordia in ogni parte della terra”: è questa, per il Papa, la “missione comune” dei cristiani. “Tutti noi cristiani, per la grazia del battesimo, abbiamo ottenuto misericordia da Dio e siamo stati accolti nel suo popolo. Tutti, cattolici, ortodossi e protestanti, formiamo un sacerdozio regale e una nazione santa”, ha detto Francesco nella parte finale della catechesi di oggi. “Questo significa – ha spiegato – che abbiamo una missione comune, che è quella di trasmettere la misericordia ricevuta agli altri, partendo dai più poveri e abbandonati”. “Durante questa Settimana di preghiera, preghiamo affinché tutti noi discepoli di Cristo troviamo il modo di collaborare insieme per portare la misericordia del Padre in ogni parte della terra”, l’auspicio finale dell’udienza.
Più di seimila persone hanno accolto il Pontefice nell’aula Paolo VI, sommergendolo dalla distesa dei telefonini schierati. Il Pontefice, come d’abitudine, ha stretto mani e salutato bambini. Molto variopinti gli striscioni, in particolare quelli dei ragazzi africani. Prima dell’udienza, il Papa ha ricevuto una delegazione di musulmani che gli hanno presentato l’invito ufficiale a recarsi in visita alla Moschea di Roma e i vescovi del Sud Sudan, giunti a Roma per partecipare a un incontro promosso dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.