IL VANGELO STRABICO
Maria SS. Madre di Dio – C
A cura di Benito Giorgetta
(Numeri 6,22-27; Galati 4,4-7; Luca 2,16-21)
Dio cerca madri: avvenga in me secondo la tua parola
Ascoltiamo il Vangelo:
“In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”.
Se Gesù fosse nato mille volte a Betlemme ma non nasce in te, allora è nato invano (A. Silesio). Nascendo, Dio, ha posto la sua tenda tra gli uomini, contaminandosi di umanità. Ma sono proprio coloro che, al tempo della sua nascita, venivano chiamati e considerati contaminati: i pastori, ad essere i primi a ricevere l’annuncio della nascita e di conseguenza sono anche i primi ad accorrere per verificare e per adorare. Senza indugio, con determinazione, accorrono presso la grotta e lì trovano i genitori e il bambino Gesù adagiato in una mangiatoia. Si accontenta di poco colui che ha creato il cielo e la terra, colui che ha dato una tana alle volpi e un nido a ciascun uccello, per se: stalla, paglia mangiatoia.
Gli ultimi diventano i primi e riempiono il cuore e la vista di qualcosa di inaudito prima di allora Dio ha posto la sua tenda in mezzo agli uomini. Come i pastori riferirono del bambino così noi oggi che riconosciamo Gesù nell’Eucaristia, nella parola, nei fratelli feriti ed emarginati, dobbiamo raccontare, testimoniare. Allora Gesù ha posto la sua dimora tra gli uomini attraverso il grembo verginale di Maria tanto che è Madre di Dio, oggi, per mezzo nostro deve nascere nel cuore di ogni uomo. Dio è cercatore di madri. Ma perché questo possa avvenire necessita che ciascuno dica: Avvenga in me secondo la tua parola. Prima nella bibbia l’ultima parola spettava sempre a Dio che sanciva, definiva, coordinava. Ora, dopo il sì creaturale di Maria, l’ultima parola è stata data ad una donna perché risponda alla richiesta di Dio di diventare sua madre ed ella, nonostante la titubanza, il turbamento si fida, si arrende a Dio. Permette che la sua parola si compia in lei per mezzo di lei. Questa volta l’ultima parola è spettata ad una creatura, lì, nel nascondimento e nell’anonimato di Nazareth, una fanciulla poteva mettere in scacco matto Dio e preferisce giocare la partita dell’abbandono alla sua volontà. Gioca la cooperazione, gioca di squadra, Dio e lei. Il cielo e la terra. Il creatore e la creatura.
Oggi questa partita si sposta in casa propria di ciascuno di noi. Dio ci fa giocare in casa la partita della collaborazione e della generazione in noi, come grembo fecondo, della sua persona da donare agli altri, da proporre a chi lo cerca. Il Natale è un fatto personale, e le cose più grandi nel mondo accadono sempre attraverso un sì personale, e le cose più importanti nella tua casa e nella tua vita avverranno sempre sotto la tua responsabilità individuale: a me accada, io ci sono!
Mi accada Dio! Io mi dò, tutto, al vangelo. Anche a rischio di non essere capito, anche a rischio di essere considerato sciocco o superato, anche a rischio di essere deriso, o lapidato come un eretico, a me accada di essere vita impregnata di Dio, intrisa di divino. Nella mia storia nulla avviene se non sei tu colui che accade in me.
Così è stato nella pienezza e nella totalità per Maria Madre di Dio, Theotokos; così deve essere per ciascuno di noi. Far accadere Dio in noi. Diventargli madre, sì perché Dio è in cerca di madri che nascono quando in noi siamo disposti a compiere il volere di Dio che è più sapiente, saggio, consolante, e proficuo del mio. Arrendiamoci a Dio, celebreremo la vita che nasce.