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giovedì, 21 Novembre 2024

XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B – 13 settembre 2015

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Domatori o cercatori?

A volte non sono le risposte che cerchiamo che non ci vengono date, o ci vengono date male, ma le domande che facciamo e ci facciamo che devono avere contenuti nuovi e densi di significato. Cercare la Verità non significa chiedere tutto, pretendere ogni cosa, interrogare tutto e tutti parcellizzando ogni minima traccia di errore, ma significa mettersi nell’umiltà dell’ascolto.

Nel Vangelo di Marco siamo in cammino con Gesù tra i villaggi pagani, tra le città che portano il nome del dominatore straniero, di quelli che ci rendono schiavi, che ci opprimono, e conversiamo, o meglio è Lui che ci interpella, ci mette in discussione con due domande:
Cosa dice la gente di me? E quindi anche di voi che mi venite dietro, e cosa dite voi di me? In sintesi che idea, che immagine di Dio state coltivando mentre camminate con Lui, come fu per Adamo nella creazione.
Ha già fatto tanto Gesù fino ad adesso, miracoli, guarigioni, ha incontrato i poveri, gli ultimi, i peccatori eppure la confusione attorno a lui è tanta, nessuno ano ha capito chi è.

Il Battezzatore, Elia, un profeta qualsiasi, insomma tutto tranne quello che Gesù ha   detto è rivelato di sè e del Padre. Perché ancora tutta questa confusione? Perché allora, come oggi, come in tutta la storia, abbiamo sempre prima cercato di dire noi chi fosse Dio, senza imparare ad ascoltare ciò che Lui ci raccontava di sè in Gesù, abbiamo sempre voluto possedere noi il coltello dalla parte del manico, perché fa potere, successo, a volte anche soldi e ci siamo accomodati nella sovrastruttura a cui abbiamo dato tanti nomi, e invece per “fortuna”Gesù non ha mai smesso di smentirci, di dirci altro di Lui, di andare al di là delle nostre aspettative e infatti….quando Pietro crede di aver dato la risposta esatta, di aver vinto il primo premio si sovrappone al Maestro e si sente autorizzato a dirgli cosa deve o non deve fare, cosa deve o non deve dire, insomma detentore di una sua verità personale, compie l’errore della presunzione di assolutizzarla e di imporla a Gesù.

Quando Gesù non è quel che credi allora scatta lo scandalo, il rimprovero, il richiamo, il so io cosa devo dirti di fare, quale preghiera/pretesa realizzare, so io qual è il mio bene che tu devi permettere che accada, quando Gesù non è quel che credi te ne costruisci l’immagine, l’impianto, la struttura, la decorazione giusta per renderlo comprensibile, accettabile, addomesticato.

Il Dio di Gesù non è addomesticabile, non è la nostra lampada di Aladino, non è il burattinaio di Pinocchio, e Gesù ci invita a conoscerlo, a metterci ancora una volta dietro di lui per non perdere la direzione, per essere orientati su passi di vita, per avere la strada già spianata, per avere il sentirò indicato, per non perdere la stella polare che ci guida anche nella notte. Venite dietro, per non perdervi, per non fermarvi al già detto, per essere uomini e donne in ricerca, cercatori e esploratori della bellezza della vita.

E allora, ecco la non solo bella, ma meravigliosa notizia di questa domenica, solo in questo cammino di sequela le categorie si ribaltano, i valori fioriscono, la bellezza diventa visibile, perché la Vita diventa dono, è più diventa dono più è viva.diciamo che un bicchiere è pieno quadro l’acqua è al limite, ma se ne aggiungiamo ancora esce fuori, straripa ma il bicchiere non si svuota mai, resta sempre pieno fino al limite. Immagine casalinga per semplificare un dono, più si versa, più il bicchiere resta pieno.

Sr. Myriam del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra

XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Mc 8, 27-35
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 13 – 19 Settembre 2015
  • Tempo Ordinario XXIV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4
Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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